01 aprile 2010

UN MISERO 18


Romanzo d'esordio di Chetan Bhagat, Un misero 18 intrattiene piacevolmente il lettore. Scritto in modo scorrevole e, almeno all'inizio, anche con una certa arguzia, narra le peripezie di un trio di studenti che tentano di sopravvivere ai massacranti ritmi di studio imposti da una delle università d'eccellenza del Paese: l'Indian Institute of Technology di Delhi. Il libro, pubblicato nel 2004, in patria era balzato immediatamente in testa alle classifiche di vendita, apprezzato da una fascia di pubblico giovanissimo. Pare che in India non siano molti i racconti imperniati sulla nuova dorata gioventù urbana e occidentalizzata che vive, studia e si diverte nelle gigantesche metropoli del subcontinente. Anche in occidente non siamo abituati a considerare l'India da questa prospettiva, per cui Un misero 18 può rivestire un certo interesse. Peccato che il romanzo si limiti al suo contenuto giovanilistico, delinei troppo superficialmente temi e caratteri, si avvalga di uno stile dignitoso ma non eccelso. Comunque si può apprezzarne la leggerezza e la novità tematica.

TRAMA

Hari, Alok e Ryan sono tre studenti che si incontrano all'IIT e stringono una singolare amicizia. Ben presto si stancano di corsi, professori, lezioni, relazioni, esami, e vivacchiano ai margini del sistema universitario divertendosi un bel po'. Ma non tutto fila liscio.

RECENSIONI

Cinema Hindi: ** ½
Punto di forza: la novità
Punto debole: la superficialità

SCHEDA DEL ROMANZO

Personaggi:

* Hari - il narratore, nonché mediatore fra Alok e Ryan
* Alok - il più serioso
* Ryan - il bello, l'intelligente, lo sportivo, il ricco
* Neha - la fidanzata di Hari e figlia di Cherian
* Cherian - il mostro, capo dipartimento di ingegneria meccanica
* Veera - il professore dal volto umano

Autore: Chetan Bhagat (1974, Delhi). Altre opere: Una notte al call center. Bhagat è attualmente il numero uno nelle classifiche di vendita fra gli scrittori indiani di best seller in lingua inglese.

Anno: 2004

Titolo originale: Five Point Someone

CURIOSITÀ

* La traduzione di Irene Montanelli e Giovanna Scocchera è stata realizzata nell'ambito del corso Tradurre la letteratura, organizzato dalla Scuola Superiore per Mediatori linguistici di San Pellegrino di Misano Adriatico. Le traduttrici spiegano il significato del titolo originale: Five Point Someone significa letteralmente cinque punto qualcuno, ed è un gioco di parole che trae origine dall'espressione cinque punto qualcosa che è la pessima media conseguita dai protagonisti del romanzo.

* Adattamenti cinematografici: Un misero 18 ha ispirato 3 idiots, uno dei campioni d'incasso della storia del cinema hindi, diretto da Rajkumar Hirani e interpretato da Aamir Khan e Kareena KapoorDal secondo romanzo dell'autore, Una notte al call center, è stato tratto il film HelloAggiornamento del 18 luglio 2021: da The 3 Mistakes Of My Life è stato tratto il film Kai Po Che!, diretto da Abhishek Kapoor, alla cui sceneggiatura ha collaborato lo stesso Bhagat. Da 2 States è stato tratto il film omonimo, diretto da Abhishek Varman, con Alia Bhatt. Da Half Girlfriend è stato tratto il film omonimo, diretto da Mohit Suri.

* Anche Bhagat, come i personaggi di Un misero 18, si è laureato in ingegneria meccanica all'Indian Institute of Technology di Delhi (ed è sopravvissuto). 

GOSSIP & VELENI

* È ormai ben nota la polemica sorta fra Bhagat e i produttori del film 3 idiots riguardante il riconoscimento all'autore della paternità del soggetto. Il 31 dicembre 2009 Bhagat ha pubblicato nel suo sito ufficiale un testo intitolato A book, a film and the truth, aprendo un dibattito mediatico che in India ha coinvolto una larga fascia di giornalisti, autori, lettori, spettatori, nonché, ovviamente, la troupe e il cast del film. Vedi anche Moving to a solution, 02.01.10. Per gli argomenti della controparte, vedi la recensione della pellicola.

15 marzo 2010

ANIMAL - ANIMAL'S PEOPLE


Ventisei anni fa a Bhopal ebbe luogo il più grave incidente chimico-industriale della storia. Più di quaranta tonnellate di gas tossico fuoriuscirono da una fabbrica americana di pesticidi, causando in una notte ottomila morti, intossicando la popolazione, inquinando i terreni e le acque, tanto che ad oggi si contano 250.000 vittime (*).
Animal
è ispirato a quella tragica vicenda ed è la storia narrata in prima persona di un ragazzo che la notte dell'incidente era appena nato.

L'AUTORE
Indra Sinha è nato a Bombay nel 1950, figlio di un ufficiale indiano e di una scrittice inglese. Trasferitosi con la famiglia in Inghilterra ha studiato Letteratura Inglese a Cambridge.
Prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ha lavorato in pubblicità.
Il suo primo romanzo, The Death of Mr. Love, è stato pubblicato in Italia da Neri Pozza con il titolo La morte di Mister Love.
A Maggio dell'anno scorso Indra Sinha ha partecipato al Salone del Libro di Torino.

RECENSIONI

The Guardian
Come scrivere un romanzo su un mondo in cui l'inenarrabile orrore non sia l'argomento centrale ma l'aria che i personaggi devono respirare ad ogni pagina? Indra Sinha ci riesce...
...la scrittura di Sinha è una lama che risplende nella notte. E questo romanzo, per tutto il suo dolore, è un'opera di profonda umanità.
Kamila Shamsie, 15.09.2007
La recensione integrale

Daily Telegraph
Animal's People ci ha messo un pò a convincermi. All'inizio mi ha fatto pensare ai clichés di alcuni romanzi alla moda: una narrazione non convenzionale in prima persona da parte di una delle vittime, una sintassi insicura, l'ambientazione nel mezzo del Subcontinente indiano, un realismo magico in una storia che è già sufficientemente straordinaria. Ma quando Indra Sinha non esagera, questo romanzo mostra delle qualità intrinseche: un glorioso senso dell'umorismo e, nella seconda metà, un devastante pugno nello stomaco.
Serena Davies, 18.08.2007
La recensione integrale

Diana ****4/5
Animal è il titolo di questo romanzo ed è il nome del suo protagonista. Animal è un ragazzo con la colonna vertebrale deformata che lo costringe a camminare appoggiando le mani per terra. E' da questa prospettiva, all'altezza del cavallo dei pantaloni delle altre persone, che Animal racconta la sua storia. Con rabbia, con cinismo, con disperazione, con umorismo, con acume, con fierezza e con amore.
Non è semplice raccontare una vicenda come quella narrata in Animal. Le possibili insidie sono molte. A Indra Sinha riesce un miracolo di equilibrio, una denuncia che è anche una celebrazione della vita, una storia tragica che strappa gioiose risate.
"Comincio a digrignare i denti e cerco di afferare il cane. Dottoressa Eli è allibita. "Che c'è? Ti fa male?" Non le arriva nessuna risposta, se non la finta lotta col cane, ringhio e mostro i denti, finché anche Jara si stufa. Si alza, mi lancia un'occhiata come per dire: "Ma che cazzo fai?" Si allontana solenne fuori dalla mia portata e si accuccia di nuovo con la lingua ciondoloni. Che cazzo mi resta da fare? Vado del tutto fuori di testa, mi rotolo per terra, mi graffio, strillo, cerco di avvinghiare, roba così. Elli corre in cerca di aiuto, io mi rimetto in fretta i kakadu.
Mentre esco Dayanand mi blocca. "A che gioco giochi?"
"A te che sembra?"
Ha in mano una scopa, per un attimo temo che mi picchi, invece dice: "Adesso porta fuori quel cane".
Poi aggiunge in tono del tutto casuale: "So chi impedisce alla gente di venire qui, dovresti informare Somraj e i suoi compari che madam Elli odia la Kampani più di loro. L'ha detto lei, l'ho sentita".
Bella mossa, Dayanand, ma io non mollo. "Non so di cosa stai parlando".
"Allora perchè tremi?"
Perchè? Per la cosa incredibile che è appena successa, non riesco a parlarne, faccio fatica ad ammettere che mi sia potuta capitare. Quando Elli ha parlato del nono parere, saltando l'ottavo, quando ha detto che devo fidarmi di lei, un pensiero terrificante mi ha travolto come un uragano, è salito lungo la spina dorsale come la corrente elettrica, ha cambiato tutto: la folle, stupida, imperdonabile speranza che lei possa curarmi."

Il bello:
- L'umanità di Animal. Un personaggio inventato più vivo che se fosse reale. Vero e vicinissimo.

Il brutto:
- Niente.


(*)Dati forniti dal sito di Greenpeace

Lo spettacolo teatrale di Marco Paolini su Bhopal

04 gennaio 2010

ANAND E LA CONCHIGLIA MAGICA - THE CONCH BEARER

Anand e la Conchiglia Magica è la storia di Anand, un ragazzino di dodici anni che dagli slum di Kolkata si troverà coinvolto in una rocambolesca avventura, accompagnato da una piccola orfanella e da un saggio Guaritore, per riportare la magica conchiglia del titolo alle pendici dell'Himalaya.
Ideato dopo l'11 settembre 2001, frutto delle riflessioni dell'autrice, Anand e la Conchiglia Magica si rivolge soprattutto ai bambini. Con intento pedagogico, celebra le virtù della sincerità, della lealtà e della compassione, crea un eroe positivo capace, con l'ingenuità e le paure dei suoi pochi anni, di altruismo e sacrificio.

L'AUTORE
Chitra Banerjee Divakaruni è nata a Kolkata nel 1956. A vent'anni si è trasferita negli Stati Uniti dove ha conseguito la laurea. Ha iniziato la sua carriera con la pubblicazione di due volumi di poesie a cui ha fatto seguito, nel 1995, Arranged Marriage (Matrimonio Combinato ed. Enaudi), una raccolta di racconti che è valsa alla Divakaruni l'American Book Award del 1996.
Tra i suoi più grandi successi il romanzo The Mistress of Spices (La Maga delle Spezie ed. Enaudi), che è stato incluso dal Los Angeles Times tra i migliori libri del 1997 e che, nel 2005, è diventato un film, The Mistress of Spices, diretto da Paul Mayeda Berges ed interpretato da Aishwarya Rai.
Chitra B. Divakaruni è cofondatrice dell'organizzazione Maitri, che ha sede a San Francisco e che offre un supporto, legale, psicologico e finanziario, alle donne ed ai bambini della comunità asiatica che soffrono di isolamento culturale o sono vittime di abusi domestici e violenze.
Divakaruni scrive in inglese. Il seguito di Anand e la Conchiglia Magica, Anand e lo Specchio del Fuoco e del Sogno, è stato pubblicato in Italia da Einaudi.

RECENSIONI

Diana ** 2/5
L'inizio è accattivante: un giovane sognatore, un aspirante maghetto che evade da una realtà dura grazie alla sua immaginazione e che un giorno incontra una persona, un anziano e saggio Guaritore, che potrà essere il suo maestro e cambiare la sua vita.
Tutto lo sviluppo, però, è ampiamente prevedibile, l'ostacolo rappresentato dallo stregone Surabhanu è pretestuoso: in nessun momento della trama Anand e i suoi compagni sono in pericolo in modo credibile. La storia, per chi abbia finito le elementari, è davvero eccessivamente puerile.

Il bello:
- Il proposito sincero di trasmettere ai più piccoli i valori della spiritualità orientale.
- L'ambientazione: da Kolkata a Ranipur, in viaggio attraverso l'India.
- Le illustrazioni dell'edizione italiana Einaudi di Michel Fuzellier.

Il brutto:
- La verbosità di alcuni passaggi e il controproducente, insistito, a tratti irritante, tentativo di far crescere la suspense o creare tensione: la storia è di una ovvietà disarmante.