30 settembre 2010

FUOCO SULLA MONTAGNA


Scritto da Anita Desai quasi agli inizi della sua carriera, Fuoco sulla montagna è un breve romanzo di desolante bellezza, il più premiato della sua bibliografia e non c'è da stupirsene: scabro e asciutto, incanta per stile e per profondità, senza mai annoiare nonostante l'esile trama. Fuoco sulla montagna è davvero essenziale, non una sola parola superflua, e il registro stilistico è stupefacente: una lingua accuratissima da un punto di vista lessicale si accompagna ad un sapiente parallelismo fra stati d'animo e descrizioni naturalistiche, descrizioni mai oggettive ma sempre rispecchianti la visione dei personaggi e il loro mondo interiore. Espediente che regala al romanzo solida compattezza.

I due personaggi principali - una donna anziana e una bambina - sono emblematici di un desiderio esasperato di solitudine ombreggiata di egoismo. Comunicazione e dialoghi ridotti all'osso. Emozioni raggelate. Flusso di pensieri inespressi. E natura tutt'intorno a riempire il silenzio. La donna sembra suo malgrado ammorbidirsi, ma è punita dall'estrema indipendenza della bambina, che riflette, perfezionandolo, il modo di essere ostinatamente conquistato dall'adulta. La donna ha subito e non goduto la maternità. La sua anaffettività non le ha mai concesso di amare in pieno i propri figli, dai quali si è sentita più prosciugata che arricchita. Non distingue i volti dei molti bambini che hanno riempito la sua casa. Non coltiva ricordi della loro infanzia. La sua vita personale precedente le è estranea e non le manca. La bambina vive la propria solitudine con grande spontaneità, limitandosi ad osservare un mondo a cui non si sente di appartenere. È ripiegata su se stessa, autosufficiente e priva di bisogni.

Il terzo personaggio - l'amica d'infanzia della donna - è il più vivace ma, paradossalmente, anche il più sconfitto. Nell'aspetto, nella voce, nei modi, nella sua storia personale, tutto sembra grottesco e raggrinzito. La sua solitudine non è voluta. Il suo altruismo e il suo calore umano non la preserveranno da una tragica fine.

Fuoco sulla montagna non è una rassicurante storia di redenzione: i personaggi sono statici, non evolutivi. Anita Desai è imparzialmente spietata nel condurre le sue anti-eroine ad un epilogo né catartico né didascalico: solo punitivo.

TRAMA

Nanda Kaul vive isolata a Carignano in una casa arroccata sulle pendici di una montagna, coronando così il desiderio di una vita. Un giorno riceve una lettera della figlia Asha, con una richiesta che per Nanda ha un amaro sapore impositivo.

RECENSIONI

Cinema Hindi: **** ½
Punto di forza: la singolarità della storia e dei personaggi, la raffinatissima introspezione psicologica.
Punto debole: le ultime dieci righe, che sentenziano una punizione forse eccessiva.

SCHEDA DEL ROMANZO

Personaggi:

* Nanda Kaul
* Raka, pronipote di Nanda
* Ila Das, amica d'infanzia di Nanda
* Ram Lal, il cuoco
* Asha, figlia di Nanda e nonna di Raka

Autrice: Anita Desai (1937, Mussoorie). Diverse sue opere sono state tradotte in italiano, fra cui Chiara luce del giorno e Notte e nebbia a Bombay.
Anno: 1977
Titolo originale: Fire on the mountain

CURIOSITÀ

* Nel 2006 Fuoco sulla montagna si è aggiudicato il premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che va ad aggiungersi al National Academy of Letters Award, al Winifred Holtby Memorial Prize e al Sahitya Akademi Award, tutti conferiti nel 1978.
* Nel 2000 la scrittrice ha ricevuto il premio Alberto Moravia per la letteratura, e ha partecipato ad un incontro con lettori e giornalisti a Milano, organizzato dalla traduttrice Anna Nadotti (clicca qui). Nel 2003 ha partecipato al Festival della Letteratura di Mantova. Nel 2006 ha partecipato al Dedica Festival di Pordenone. Nel 2008 ha ricevuto a Venezia il premio Ca' Foscari. Nel 2009 ha partecipato alla Milanesiana.
* Dal romanzo In custodia di Anita Desai è stato tratto nel 1993 il film omonimo, diretto da Ismail Merchant, con Shabana Azmi e Om Puri.
* Riferimenti all'Italia:
- Leggiamo nelle note della traduttrice Anna Nadotti che il nome della località  indiana in cui è ambientato il romanzo, Carignano, è stato assegnato da Federico Peliti (1844-1914), che in quell'area si costruì una casa. Carignano è il nome del paese in cui era nato.
- Il personaggio di Ila Das pronuncia, anzi, pensa la parola italiana triste.
* Nel Museo Civico Giacomo Rodolfo di Carignano è possibile ammirare le foto scattate in India da Federico Peliti.

GOSSIP & VELENI

* La madre di Anita Desai era tedesca. La scrittrice Kiran Desai (La mia nuova vita sugli alberi) è la figlia di Anita.